“Chiediamo ai nostri Governi che la pesca nel Mediterraneo abbia la possibilità di vivere concedendole più tempo (il piano pluriennale per l’Adriatico ha beneficiato di cinque anni in più), valutando gli impatti delle misure già attuate sulle risorse, soprattutto sul settore, sostenendolo attraverso misure di accompagnamento” così in una lettera ai governi dei rispettivi Paesi CNPMEM, CRPMEM Occitaine, CRPMEM PACA, CRPMEM Corse, OP du Sud, SATHOAN, OP du Levant, AGCI Agrital, Federcoopesca, Legacoop Agroalimentare, Federpesca, Coldiretti Impresa Pesca, UNCI Agroalimentare, UE.Coop, UNICOOP, UNACOMAR, FACOPE, FNCP, FNCCP, CEPESCA, ASOPESCA, COINCOPESCA, Federaciòn Balear de Cofradias de Pescadores e Federacion Murciana de Cofradias de Pescadores.
In particolare, Francia, Italia e Spagna sono preoccupate per la riduzione delle giornate di pesca annuali del settore dello strascico, il principale fornitore dei mercati ittici dei tre Paesi; l’istituzione e la riduzione di una quota di sforzo per i pescherecci con palangari; nonché il rafforzamento di varie altre misure tecniche e zone di restrizione della pesca.
L’ostinata applicazione del piano di gestione pluriennale nel Mediterraneo occidentale, che ha già ridotto l’attività di pesca con reti a strascico del 17,5% negli ultimi due anni (superando in realtà il 20%) accompagnata da nuove misure tecniche, porta la maggior parte delle imprese al di sotto del punto di pareggio. A fronte di ulteriori riduzioni, potranno solo fermare e sbarcare gli equipaggi, con gravi conseguenze su tutta la filiera e sulla filiera.
Il settore Pesca del Mediterraneo applica, di propria iniziativa e da anni, misure di sostenibilità, ricercando sempre la collaborazione e il sostegno delle Amministrazioni responsabili e degli scienziati, ed esprime la volontà di continuare a collaborare in una gestione che permetta di garantire la sostenibilità del risorsa e, anche, della pesca professionale e di tutte le attività connesse che da essa dipendono.
Le organizzazioni ricordano, inoltre, i notevoli sforzi compiuti per applicare le misure del piano di gestione (riduzione dello sforzo di pesca dei pescherecci da traino, chiusure spazio-temporali). Ci sono anche incoraggianti primi segnali di ripresa degli stock ittici. Ad esempio, le chiusure spazio-temporali attuate nel Golfo del Leone, abbinate ad un’iniziale riduzione dello sforzo di pesca dei pescherecci da traino del 10%, hanno dimostrato la loro efficacia con una diminuzione delle catture di novellame fino di nasello al 55% realizzata nel 2020 rispetto alla media del periodo 2015-2017, per un obiettivo iniziale del 20%. Risultati positivi si osservano anche per le chiusure spazio-temporali intorno alle coste italiane.