Le specie aliene e la Mucillagine aggravano la crisi nella pesca nel Mediterraneo.
“Una nuova emergenza sta colpendo la pesca professionale in questi giorni. È la mucillagine, che ostacola le attività ittiche, danneggia le imbarcazioni e compromette la vita sia delle specie marine che dei nostri pescatori, ma crea anche problemi alle attività turistiche balneari. E’ necessario un intervento da parte delle autorità governative nazionali e regionali, per limitare i danni”. È l’allarme lanciato da Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci Agroalimentare.
“La sostanza vischiosa – prosegue il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – prodotta da microalghe, durante un naturale processo di aggregazione e decomposizione, prolifera in maniera particolare in presenza di determinate condizioni climatiche, creando addensamenti in superficie e sul fondale. In queste ultime settimane, il fenomeno inizialmente circoscritto ad alcune aree, si sta rapidamente estendendo in tutto il Mare Nostro.
Le segnalazioni che ci giungono dai territori si stanno moltiplicando, alimentando forte preoccupazione tra i lavoratori e le imprese del comparto, che appare sempre più in ginocchio a causa dei forti cambiamenti climatici. Le acque si sono riscaldate di almeno due punti percentuali e l’impatto sugli allevamenti di mitili e vongole è già in fase avanzata ed ora la massa di microalghe “mucillagine” incide in modo pesante sulle produzioni ittiche.
Gli effetti delle mucillagini sui bivalvi allevati off-shore, subiscono dei rallentamenti nella crescita in presenza massiva delle mucillagini poichè la crescita nei mitili è fortemente influenzata sia da fattori biotici, sia da fattori abiotici.
L’effetto mucillagini crea un ridotto apporto di nutrimento e di ossigeno hanno sulle uova e sullo sviluppo larvale dei pesci che rientrano tra i target della pesca commerciale. Uova di pesci pelagici sono state spesso ritrovate inglobate nella matrice mucillaginosa e le riduzioni osservate negli stock di Gobius niger e G. paganellus (ghiozzi) potrebbero essere messe in relazione con l’impatto delle mucillagini sugli stadi larvali dei pesci di fondo (Rinaldi, 1992).
È evidente che le mucillagini hanno un effetto negativo sulla pesca, il danno è proporzionale alla quantità di mucillagini presenti in mare in concomitanza degli eventi si può assistere all’incremento degli sbarchi di alcune specie quali gli scampi, le canocchie e i canestrelli che sembrano quindi risentire del fenomeno e probabilmente queste specie abbandonano la tana quando questa è occlusa dalle mucillagini e sono più facilmente predate.
Con l’emergenza Granchio blu tuttora in atto, le difficoltà congiunturali e strutturali della pesca che pesano quotidianamente sull’attività, questa ulteriore criticità pone il settore di fronte ad una insormontabile crisi, nonostante con grandi sforzi si cerchi di risalire la china, anche grazie ad un percorso di rilancio, condiviso con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e la Direzione Genarle della Pesca ed Acquacoltura.
Chiediamo che vengano poste misure a salvaguardia della pesca e predisporre le tutela degli operatori e valutare altre soluzioni volte alla riduzione dei danni”.
“Una visione nuova della pesca – ha concluso Scognamiglio – e la consapevolezza della sua fragilità, soprattutto in specifiche condizioni, insieme alla sua importanza per le economie costiere e alla centralità per un’alimentazione di qualità, è il vero nodo, sul quale ci si deve concentrare , per supportare il comparto.”.
