“La situazione in cui versa l’intero settore lattiero caseario è drammatica: prima la pandemia, poi gli aumenti dei prezzi dei cereali e del gasolio e infine il caro bollette stanno mettendo in ginocchio i produttori e i caseifici. Per sostenere l’aumento dei costi le nostre aziende agricole, in mancanza di una remunerazione adeguata, hanno ridotto del quasi il 2% la produzione di latte, nonostante la domanda di mercato sia costante se non aumentata nell’ultimo periodo. I nostri produttori non possono reggere le condizioni di mercato: il costo di produzione del latte oggi è di 51 centesimi, mentre in certi casi chi lo acquista paga anche 41 centesimi. Il rischio più imminente è la chiusura delle stalle, creando un deficit di materia prima. A cascata non potremo più garantire latte di prima qualità per produrre i derivati dell’agroalimentare veneto”.
Lo riferisce l’assessore regionale all’Agricoltura del Veneto dopo aver incontrato questa mattina i vertici di Federdistribuzione e Asolatte, con i presidenti delle associazioni di categoria di Coldiretti Veneto, CIA Veneto, Confagricoltura Veneto, AGRI Veneto.
Il Veneto è la terza regione italiana, dopo Emilia Romagna e Lombardia per produzione di latte, con un totale di 2404 aziende agricole suddivise tra le province di Belluno (215), Padova (391), Rovigo (28), Treviso (401), Venezia (78), Verona (468) e Vicenza (823).
“La soluzione non è solo riconoscere qualche centesimo in più ai produttori, da parte di industriali e grande distribuzione del latte, ma serve un intervento complessivo e coordinato all’interno dell’intera filiera – continua l’Assessore -. Una consistente parte della produzione di latte viene, infatti, utilizzata per la produzione di formaggi DOP, che assieme ai formaggi tipici e tradizionali rappresentano il fiore all’occhiello del territorio regionale, apprezzati e conosciuti anche a livello internazionale”.
“La riduzione della produzione, la polverizzazione, la costante macellazione delle vacche hanno provocato l’interruzione degli arrivi di latte dall’estero con un considerevole aumento del prezzo del latte spot – sottolinea ancora l’assessore veneto -. Le previsioni sono pessime, ed è per questo che anche come coordinatore della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome intendo promuovere un ragionamento a livello nazionale, già condiviso assieme agli altri colleghi regionali. Il Governo con il Ministro competente in materia devono fare la loro parte per trovare una soluzione che da nord a sud possa difendere la filiera del latte e tuteli il consumatore che altrimenti presto troverà negli scaffali solo latte straniero. Questo per evitare la diffusione di pratiche sleali che altrimenti potrebbero avere il sopravvento in questo momento di grande incertezza per il comparto. Peraltro, ho già richiesto l’intervento delle autorità competenti per avviare un controllo attento che possa reprimere possibili che frodi che metterebbero letteralmente in ginocchio il settore”.
“Le istituzioni devono essere al fianco alle categorie: riconosciamo in maniera trasversale lo sforzo e il valore della produzione veneta e nazionale perché, da monte fino alla trasformazione e distribuzione, non ci sia speculazione ma un equo riconoscimento del valore del nostro latte” conclude l’assessore all’Agricoltura.