In Italia quasi una impresa cooperativa su 4 (24%) è in mano alle donne con una crescita di circa il 7% nell’ultimo decennio, nonostante crisi, pandemie e tensioni internazionali che hanno complicato il quadro macroeconomico. E’ quanto emerge dai dati 2022 della Camera di commercio di Milano Lodi e Monza Brianza in occasione dell’8 marzo, tradizionale festa dedicata a tutte le donne.
Nel mondo delle cooperative la presenza femminile ai vertici delle aziende è superiore a quella registrata per le amministratrici di impresa che si ferma invece al 22,7% secondo rilevazioni Unioncamere. Le cooperative guidate da donne garantiscono all’Italia oltre 280mila posti di lavoro nei settori più diversi, dai servizi al turismo, dalla logistica alla cultura, dalla salute alle attività socio assistenziali, offrendo a italiane e straniere opportunità di impiego e integrazione nel sistema socio economico nazionale.
Purtroppo però esistono ancora problemi irrisolti in particolare quando si tratta di conciliare gli impegni familiari con il lavoro, la gestione dei figli con la carenza di servizi come gli asili o con le aspirazioni di carriera. Basti pensare che continua Uecoop il 73% dei genitori che si licenziano è rappresentato proprio da donne madri, secondo gli ultimi dati Inl. Più di un terzo (35%) di chi lascia volontariamente il posto di lavoro lo fa per incompatibilità fra i propri impegni di professionali e le esigenze di cura dei figli, il 27% per l’assenza di parenti di supporto e il 7% per l’elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato fra asilo nido e baby sitter e o per il mancato accoglimento dei figli al nido (2%).
Una situazione di difficoltà che sempre più spesso porta il welfare privato a integrare quello pubblico grazie ad accordi aziendali nei quali ai primi 4 posti dei servizi più richiesti ci sono proprio quelli che riguardano la scuola e l’istruzione dei figli (79%), la salute (78%), l’assistenza (78%) e la previdenza (77%) secondo dati Assolombarda.